Il palazzo denominato “Cecchi” prende il nome dagli ultimi proprietari privati.
Intorno agli anni ’90 il Comune di Loro Piceno lo acquistò.
In precedenza, probabilmente appartenne alla Confraternita del Suffragio di Loro Piceno la quale “dal 1753 ebbe un’aspra causa con i frati di San Francesco che le contendevano il possesso di Palazzo Boffi, uno degli stabili ricevuti in eredità dal Milani che nel 1760 venne venduto al comune per poi essere acquistato dalla famiglia De Sanctis e passare infine ai Cecchi”.(1)
Dal Catasto Gregoriano del 1812 sappiamo che il nucleo principale del palazzo apparteneva ad un discendente della famiglia Marchesini (Don Giovan Battista di Bartolomeo), mentre gli edifici laterali, di modeste dimensioni, successivamente collegati al nucleo principale del palazzo, erano di proprietà di Antonio Mochi di Nicola, che qui aveva la propria abitazione e una bottega.
L’attuale “Palazzo Cecchi”, è un edificio nel centro storico del paese, ubicato in Via Regina Margherita, occupa gran parte dell’isolato tra la via suddetta e quella sottostante, Via Montegrappa.
Il prospetto principale è dominato da un portale in pietra riferibile agli inizi del ‘500, lo stesso presenta altri due ingressi, uno a destra e l’altro a sinistra, i quali si riferiscono, probabilmente, ad una successiva azione di accorpamento di edifici minori confinanti con il nucleo originario del palazzo.
Oggi, le parti inglobate in un secondo tempo, risultano funzionalmente collegate al palazzo stesso, in veste di locali accessori. Sicuramente l’edificio nel corso dei decenni ha subito diverse modifiche e un ultimo “rimaneggiamento” nei primi anni del 1930, testimoniato dall’aggiunta in facciata dell’intonaco cementizio e del basamento, probabilmente per uniformare il prospetto con le parti successivamente inglobate.
Il nucleo del palazzo, risalente presumibilmente al XVI° secolo(2), è costituito da tre piani, due dei quali, fuori terra, che costituiscono la parte signorile, ed uno seminterrato destinato alla conservazione ed alla trasformazione di prodotti agricoli provenienti dai terreni dei proprietari.
Al piano seminterrato si accede sia da una scala interna presente al piano terra del palazzo, che da Via Montegrappa. Al detto piano, il palazzo conserva rilevanti elementi architettonici e testimonianze delle attrezzature utilizzate per la trasformazione dei prodotti agricoli (macina e torchio per la molitura delle olive, botti in legno per la conservazione del vino cotto).
Oltre ai suddetti locali dove venivano raccolti e trasformati i prodotti, è presente il cortile interno con il pozzo per la raccolta delle acque piovane. Rimane traccia del cortile cinquecentesco che nel corso dei secoli ha subito trasformazioni che hanno riguardato anche il posizionamento della suddetta cisterna.
L’ingresso principale al palazzo si affaccia lungo Via Regina Margherita. Presenta un corridoio per tutta la profondità dell’immobile, mentre alla destra è collocato il primo salone di rappresentanza che prende luce dal cortile interno oltre che dalla via principale. Da esso si accede a tutta l’ala destra costituita dalla parte annessa al blocco principale successivamente.
Dal lato sinistro del corridoio si ha accesso a stanze e salottini e alla zona cucina oltre che a tutta l’ala collegata successivamente al blocco originario.
Tramite una scala di rispettosa ampiezza, sulla sinistra del corridoio, si accede al piano primo, dove si apre il salone di rappresentanza, di notevoli dimensioni, che costituisce il fulcro del piano nobile. Dal salone principale si entra in vari salottini e alle camere, nonché ai servizi aggiunti successivamente.
Giunti al piano primo sulla sinistra della scala si passa alla prima terrazza poi ad una seconda posta ad un livello superiore. Quest’ultima, trovandosi al di sopra di tutti i tetti vicini, permette la vista di un ampio panorama verso mare.
Sempre sulla sinistra della scala si trova una stanza che serviva da ricovero invernale, per le piante più sensibili al freddo e occasionalmente utilizzata come studio di pittura dalla contessa. Da qui tramite un’ulteriore scala si accede al piano della soffitta e ad altri locali del sottotetto.
Gli interni presentano soffitti voltati sia in laterizio sia, nella maggior parte dei casi, in camera canna (camorcanna).
La volta del salone principale al primo piano risulta ridipinta nei primi anni del 1900, infatti mostra i tipici motivi dello stile Liberty.
Tra i vari locali di ricevimento ricordiamo: un salottino, denominato, “salottino giallo” poiché risultava arredato con poltroncine e un divano dalla tappezzeria damascata ditale tinta, la stanza “del telefono”, così chiamata, in quanto ha ospitato uno dei primi apparecchi telefonici di Loro Piceno. La stessa presenta un interessante decorazione della volta e risulta comunicante, sia con il salone principale che con altre stanze e si affaccia sul lato dell’ingresso principale. Inoltre rammentiamo lo “stanzino”, situato all’angolo dello stabile, comunicante con la stanza da letto e risistemato, sia nel pavimento che nella decorazione della volta, nei primi anni del ‘900, che veniva utilizzato sia come stanza da letto in casi di necessità, che come stanzino e ripostiglio per i giochi dei bambini.
Allo stesso piano sono presenti le camere che presentano eleganti decorazioni del soffitto messe in risalto anche da cornici con elementi in foglia oro. Al centro delle volte sono presenti sia decorazioni con motivi a conchiglia e festoni di fiori, sia la personificazione delle quattro stagioni. Inoltre grottesche, paesaggi, narrazioni mitologiche e rappresentazioni di dee.
Da questo piano è possibile accedere alle soffitte e altri locali del sottotetto.
Nel 2006 il palazzo è stato oggetto del Cantiere Scuola Restauro per un progetto di recupero e allestimento del piano seminterrato e piano terra, finanziato dal Programma di Iniziativa Comunitaria Leader Plus- Regione Marche, Piano di Sviluppo locale- GAL “Sibilla”. La pubblicazione relativa al cantiere contiene anche indicazioni del progetto generale esecutivo, di quello architettonico e strutturale con informazioni per il miglioramento statico.(3)
Il bene è stato sottoposto a tutela ai sensi dell’art. 10 del D.Lgs. 22 gennaio 2004 N.42 e s.m.i. (Codice dei beni culturali e del paesaggio).(4)
(1) P. Consolati, F. Mucci, C. Nalli “ Loro Piceno” – Giuffrè Editore – Milano- 1998
(2) Mons. Giovanni Cicconi “Notizie storiche di Loro Piceno”- casa Editrice A. Giuffrè- Milano- 1958
(3) A cura di: Geom. Angelo Quagliani, Arch. Ernesto Tambroni Armaroli- Cantiere Scuola Restauro- Palazzo Cecchi di Loro Piceno – Tipolitografia C. Bellabarba, San Severino Marche- luglio 2006