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🖊 Lettera aperta alla redazione di F.E.

La Contessa Anna Tesei

La contessa Anna Tesei, nacque nel 1861 e morì a Loro Piceno nel 1936.

Fu coniugata con il lorese Francesco Taccari, di professione fattore (amministratore, direttore di un’azienda agricola, investito di una rappresentanza stabile dal proprietario dell’azienda nei confronti dei terzi- n.d.r.) di alcuni possedimenti agrari. Lo stesso fu economo provveditore per la scuola elementare, vicepresidente della società di Mutuo Soccorso, nonché fotografo semiprofessionista a cui si devono le prime cartoline di Loro Piceno.

Ebbe un fratello, Ugo, probabilmente morto senza prole, come suo zio Pietro, ultimo maschio di famiglia.

Anna ebbe 5 figli: 3 maschi e 2 femmine. Mia madre, Virginia, fu la minore. La famiglia Taccari-Tesei visse a Loro Piceno in un immobile tuttora esistente, esterno alle mura castellane posto nel versante nord del paese.

La famiglia Tesei, a cui appartenne la Contessa Anna, fu riconosciuta “famiglia patrizia di Matelica” come testimonia l’albero genealogico, riportato in un antico volume.  All’interno dello stesso vengono restituite graficamente le Arme (cioè il complesso di determinate figure, effigiate e disposte secondo norme, che costituiscono il contrassegno stabile di alcune famiglie e usate per speciale autorizzazione -n.d.r.) delle donne maritate in casa Tesei con le relative discendenze.

In detto volume si può leggere che due fratelli Tesei furono decorati con il titolo di “Conte e di Scudieri Reali” dalla Regina di Polonia, Casimira, in data 29 marzo 1714. (1)

La famiglia Tesei, come tante altre della piccola nobiltà pontificia ebbe possedimenti in molti paesi delle Marche, in particolare tra Camerino, Matelica, Sarnano e Tolentino.

Con Anna si estinse la nobiltà della famiglia Tesei in assenza di discendenza maschile poiché in araldica, il titolo nobiliare procede dai maschi ai maschi e alle femmine; dalle femmine, solamente alle femmine. Di conseguenza, sarebbe passato a mia madre Virginia, a sua sorella Luisa e alla figlia di quest’ultima, ma nessuna di loro ebbe interesse affinché il titolo venisse trasmesso.

Ho conservato di mia nonna la memoria nel tempo e la consapevolezza del suo trascorrere.

Essendo nato dopo otto anni dalla sua morte, non ho ricordi diretti, ma ho ricostruito la sua quotidianità attraverso alcuni oggetti a lei appartenuti, trovati e tutt’oggi conservati come li ho rinvenuti. Quindi la immagino passeggiare col suo ombrellino in seta, o la vedo nel salottino mentre ascolta musica dal piano armonico a rulli, o anche seduta a leggere la corrispondenza privata sigillandola col timbro in ceralacca riportante la marcatura dello stemma di famiglia e le sue iniziali. 

Inoltre, gelosamente, mantengo altri ricordi materiali, tra cui alcuni mobili d’epoca e alcune suppellettili di uso personale, ma soprattutto l’antico volume che costituirà per le discendenze future un punto di riferimento e un documento affascinante per andare alla scoperta delle proprie radici e della propria storia familiare.

Informazioni gentilmente fornite da F. E.


Note:

(1) Maria Casimira (1641 – 1716) si recò in Polonia all’età di 5 anni come dama di compagnia di Maria Luisa di Gonzaga-Nevers, regina di Polonia. A corte, Maria Casimira conobbe Giovanni Sobieski, che era giunto a Cracovia nel 1656, ma ella venne all’epoca fatta sposare con Giovanni “Sobiepan” Zamoyski, nel 1658. Zamoyski  morì nei primi mesi del 1665 e la vedova Maria Casimira sposò Sobieski il 14 luglio dello stesso anno. Giovanni Sobieski venne eletto Re di Polonia nel 1672, grazie anche all’influenza della moglie che venne incoronata nella Cattedrale di Cracovia solo il 2 febbraio del 1676. Come Regina di Polonia, Maria Casimira supportò la proposta di un’alleanza tra Polonia e Francia, mentre allo stesso tempo tentava di guadagnare privilegi personali e per la propria famiglia dal Re Luigi XIV di Francia.
La coppia reale divenne famosa per le sue appassionate lettere d’amore, molte delle quali furono scritte tra il 1665 ed il 1683, durante gli anni in cui Giovanni Sobieski fu impegnato nelle guerre contro l’Impero Ottomano o durante i frequenti viaggi di Maria Casimira a Parigi.
Morto nel 1696 il re Sobieski, nel 1697 fu eletto re di Polonia il filoaustriaco Federico Augusto di Sassonia. La Regina vedova scelse allora di ritirarsi a Roma con la sua famiglia e il seguito. Attraversate varie città italiane, tra cui Bologna, Forlì, Rimini, Macerata e Spoleto, vi giunse in incognito il 24 marzo 1699, andando prima ad alloggiare al palazzo Odescalchi al Corso a Roma, e stabilendosi poi, dal 1702 al 1714, al Palazzetto Zuccari, sempre a Roma, dove fece costruire un arco in legno sopra via Sistina e la facciata a portico balconato verso la piazza, applicandovi lo stemma di Polonia. Vi fece allestire, anche, un piccolo teatro privato che funzionò facendovi rappresentare opere in musica a beneficio della nobiltà romana. A Roma sono sepolti il padre, cardinale de La Grange d’Arquien, in San Luigi dei Francesi, e il figlio Alessandro nella Chiesa della Trinità dei Monti. Morì a Blois il 1º gennaio 1716 durante uno dei suoi frequenti viaggi nella terra nativa e la sua salma venne quindi traslata sino a Cracovia, dove venne sepolta nella tomba della chiesa del Castello di Wawel.