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🖊 Lettera aperta alla redazione di Eleonora Bolognini

Caonara, donna “de lu Varcu”, signora delle erbe di campo

Io Eleonora Bolognini, Norinella o Nory, figlia di Domenico, detto “Nastà”, pur essendo nata a Loro, da ragazza non vivevo nessun legame affettivo, emozionale con il mondo rurale di Loro, poiché non avevo nessuna parentela o conoscenza diretta. Sentivo questa separazione, divisione, tra “dentro Loro” e “fori Loro”, in modo particolare nella mia prima adolescenza, ma fortunatamente talora, ricordo molto bene due volte, andavo con il mio fraterno amico di infanzia Peppino Cecchi lungo la strada per Mogliano, sotto “lu cimiteru” a far visita ad una sua zia, “zia Fiurina” dai bellissimi occhi azzurri, sempre sorridente, accogliente e generosa.

Ma un’immagine, un’altra figura era presente e mi è rimasta sempre in mente: ogni tanto bussava a casa mia (in Via Monsignor Giovanni Cicconi), nell’arco delle stagioni, una signora che vendeva a nonna Maria le erbe di campo che gustava con particolare piacere (d’altronde in famiglia erano da tutti gradite, specialmente a cena).

Era chiamata “la Caonara”, arrivava a piedi da “lu Varcu” con diverse “mmalle” di erbe per la vendita alle sue clienti, “mmalle” annodate con gli antichi fazzoletti della spesa di tessuto in cotone blu con rigature quadrate bianche.

In genere, passando di casa in casa, le contrattazioni avvenivano sugli scalini delle porte: “Che erbe hai? Li rugni, le crispigne, le smoracce?” Ed altre varietĂ  di cui non ricordo il nome. “Edè belle? L’atra ota me li si date vrutte. Me raccomanno! Quanto me le mitti?”. Una volta faceva freddo, forse nonna vide le sue mani arrossate e la invitò ad entrare in casa per un caffè caldo, forse un caffè d’orzo, non ricordo; lei accettò, entrambe sedettero in cucina, parlarono un po’, poi, prima di sorseggiare la bevanda, nonna espresse il desiderio di bere in onore della “Madonnetta de Loreto” per ricordare la povera zia Norina (sua figlia maggiore, mamma di Carlo Tesei) morta giovane, sospirando di dolore e di nostalgia. L’invocazione religiosa e la memoria del passato colpirono la mia mente ed il mio cuore! Che educazione, cultura umana, ricca e rispettosa.

Ho trascritto questi ricordi per evidenziare il mio stretto legame con Loro Piceno, per dar valore al lavoro svolto nei campi nel passato, infine per augurare nel futuro un’osmosi sempre piĂš significativa e feconda tra Loro “dentro le mura” ed il bellissimo territorio collinare lorese “fuori le mura”, per una rinnovata identitĂ  cittadina.  

Eleonora Bolognini