Storia di un “Campanone” che è speciale perché strettamente collegato alla Storia patria sin dalla più antica fusione; perché campana di una chiesa non di proprietà ecclesiale ma comunale; perché ha una voce “armoniosa, chiara e robusta”.
Da sempre ha assunto, con la sua musicalità originale, un valore identitario che dà orgoglio e unisce la comunità in un sentire corale.
Ha accompagnato con i suoi rintocchi la vita e la morte dei Loresi scandendone, come un orologio collettivo, non solo le funzioni religiose, le preghiere, ma anche le attività, il lavoro, lo studio, il riposo.
Il suo valore civile suggestivo ed evocativo si rafforza, in occasione di una rifusione, con l’iscrizione dei nomi dei caduti loresi nella prima guerra mondiale.
È una vera e propria arte suonare un “Campanone” così e interpretarne il suono.
Un documento che lo riguarda ci dà pure conferma di quanto sia stato sempre stretto il rapporto tra il Marchigiano e la terra: il titolare della Ditta incaricata della fusione condiziona infatti il suo sopralluogo alla…vendemmia.
La chiesa di San Francesco fu fondata dalla comunità francescana presente sin dal 1360 circa nella zona di Loro Piceno. Il convento, consacrato nel 1372, ricoprì un ruolo importante nella vita del paese. Annessi al convento, vi furono la chiesa e il chiostro costruito tra il 1430-1434. L’intero complesso venne più volte rimaneggiato, come anche la chiesa. Tra la fine del XVIII e gli inizi del XIX secolo la chiesa subì ulteriori modifiche, pertanto della struttura originaria restano solo alcune parti di cornicioni, impronte di finestroni e un’apertura a sesto acuto, testimonianze ancora rintracciabili.
Tra memorie documentabili e racconti, relativi alla storia di Loro Piceno e alle campane della chiesa di San Francesco, ci piace ricordare quanto scrive G. Cicconi (1): “…Primeggia il nostro Franceschini (2). Malgrado le sue deficienze e le favole che intesse “innocentemente” al vero, più poeta che storico, in questa parte del nostro lavoro non possiamo accusarlo di falso, per la ragione che afferma cose di cui ripetutamente protesta di essere stato testimone oculare o quasi.
Egli scrive: “Nello scavare il terreno del Girone, dove era stata l’antichissima Rocca, furono trovate molte antichità primieramente un pozzo sotterraneo, che gli antichi se ne servivano a tenerci acque piovane; una macchina di pietra soda et massima per il mulino a vento da macinar grano, molte pietre di artificioso lavoro che stavano sepolte sotto il terreno. Quantità di medaglioni et monete antichissime ritrovate fra quelle rovine et tra fondamenti, come nel scavare del terreno più e più volte ritrovate et servite una gran parte di quelle a fondere la campana Mezzana di Santa Maria di Piazza, la campana Mezzana di San Francesco dei Padri Conventuali, et anche ultimamente riservita una gran parte di questi medaglioni et monete di bronzo e rame per fondere un cannone ultimamente fatto in Loreto per la protezione di quel Santissimo luogo….” (3)
Quanto venne scritto dal Franceschini e riportato dal Cicconi, è sicuramente attraente e stimolante ma difficilmente documentabile, mentre per quanto riguarda le modifiche subite dalla chiesa, sappiamo che “Nel 1868 sulla torre campanaria (restaurata nel 1891 e nel 1938) venne collocato un nuovo orologio a due quadranti” (4)
Attualmente la torre campanaria ospita quattro campane: la campana Mezzana, il Campanone, e due campane più piccole: quella detta “della Scuola” e quella detta “della Messa” che avverte dell’inizio delle celebrazioni eucaristiche battendo i rintocchi per 3 volte consecutive. La più piccola delle campane fu rifusa nel 1927 dalla Ditta Pasqualini di Fermo per il centenario francescano ed è dedicata a San Francesco ed a San Liberato.
La Ditta Pasqualini merita una breve menzione in quanto si impose tra le maggiori fonderie di campane in tutta la penisola. Originaria di Montedinove (AP) nacque nel secolo XVIII, per iniziativa di Francesco Pasqualini, sacerdote. A lui seguì il nipote Luigi che diede alla bottega la configurazione di una impresa che si consolidò poi nel tempo con l’aiuto di suo figlio Pasquale. Sotto la guida di Giuseppe, figlio di Pasquale, la Ditta riuscì ad avere la notorietà che portò alla famiglia importanti commissioni. Nel 1926, in occasione del settimo centenario della morte di San Francesco, la ditta ebbe l’onore di fondere la colossale “Campana delle Laudi” donata dai Comuni d’Italia alla Città di Assisi, del peso di 45 quintali.
La fonderia Pasqualini dal 1920 al 1975 diventò la più importante dell’Italia Centrale, Roma compresa, realizzando opere per i campanili di tutta Italia. Fu una ditta specializzata nella fusione in bronzo con annessa officina per costruzioni, inceppamenti, incastellature, battaglie, applicazioni di cuscinetti a sfere. Inoltre fu in grado di fornire arredi sacricome statue, croci e candelieri artistici. Vantava un sistema brevettato di azionamento elettrico per grandi e piccole campane per il suono a distesa e a battente fisso. Già dai primi anni del 1900 ebbe un deposito e dei rappresentanti presso la ditta di produzione e vendita di statue sacre “Rosa e Zanazio“ di Roma, nei pressi di Piazza San Pietro.
Il Comune di Loro Piceno, come molti altri del centro Italia, fece ricorso alla nota ditta Pasqualini, per risolvere i problemi che si presentarono alle campane alloggiate nel campanile di San Francesco.
Già nel giugno del 1927 una campana di San Francesco non era più in grado di suonare a causa delle rotture verificatesi. L’allora commissario prefettizio del comune P. G. Bellini deliberò la rifusione della campana già da tempo danneggiata. Tra il comune e Don Francesco Morbiducci, intercorsero degli accordi poiché la chiesa, dopo la soppressione napoleonica, era divenuta di proprietà comunale (il comune avrebbe dovuto provvedere alla riparazione o sostituzione della campana). L’accordo raggiunto previde che il Comune avrebbe sostenuto la spesa di lire 200, mentre sarebbe stato esonerato da tutte le altre spese quali quelle relative alla fusione della campana, al trasporto di andata e ritorno da Fermo e alla ricollocazione in cima al campanile. Queste spese sarebbero state a carico di Don Francesco Morbiducci in quantocappellano della chiesa comunale.
Di seguito la trascrizione della delibera:
“Regia Prefettura di Macerata
Duplice copia di deliberazione portante per oggetto la riparazione di una campana della chiesa comunale di San Francesco
Provincia e circondario di Macerata comune di Loro Piceno
L’anno 1927 addì 2 del mese di giugno, nella residenza comunale
Il commissario prefettizio del comune suddetto
assistito dall’infrascritto segretario ha adottato la seguente deliberazione che ha ad oggetto:
Riparazione di una campana della Chiesa di San Francesco.
Il commissario prefettizio:
– Prese in esame le trattative corse con il priore Don Francesco Morbiducci Cappellano della chiesa comunale di San Francesco, allo scopo di rifondere la campana della chiesa stessa da qualche anno accidentalmente avariata;
– ritenuto difatti che le trattative corse sono convenienti per il Comune il quale con il contributo di sole Lire 200 è esonerato dall’obbligo di provvedere in merito;
– ritenuto di fatti che le spese, sia per la fusione della Campana, sia per il trasporto di andata e ritorno per Fermo, sia della rimessa in opera sarebbero assai più rilevanti e gravose;
– ritenuto l’obbligo del comune di provvedere in merito;
– con il potere del regio decreto 4 febbraio 1926 numero 237
delibera
1) di corrispondere lire 200 al molto reverendo Don Francesco Morbiducci Cappellano della chiesa comunale di San Francesco all’atto che sarà diffusa per rimessa in opera la campana di pertinenza della chiesa stessa, con che a carico del medesimo siano tutte le maggiori spese necessarie alla bisogna sia per l’artista incaricato alla rifusione, sia per quello incaricato della messa in opera, sia di trasporto.
2) di prelevare lire 200 del fondo spese impreviste del bilancio 1927 articolo 65 in cui sono stanziate ed interamente disponibili lire 2.800.
Letto approvato e firmato come appresso
Il commissario prefettizio P. G. Bellini
Il segretario O. Tallè
Per copia conforme ad uso amministrativo
Loro Piceno 2 Giugno 1927
Certificato di pubblicazioni: si certifica che la presente deliberazioneè stata pubblicata mediante affissione all’albo pretorio di questo comune per lo spazio di otto giorni consecutivi e che contro la medesima non pervennero reclami.
Li otto giorni decorrono dal 3 fino al 12 corrente
Loro Piceno 13 giugno 1927
Visto per ratificato dal Prefetto il 29 giugno 1927″ (5)
Anche il cosiddetto “Campanone” o Campana Maggiore, del peso di circa 8 quintali, istallato intorno ai primi anni del 1500, fu rifuso nel 1931 a Fermo dalla stessa Ditta Pasqualini.
Dopo circa 3 anni e mezzo dalla fusione dell’altra campana, nel settembre del 1930, il comune di Loro Piceno, amministrato dall’allora Podestà Tenente Colonnello Ferruccio Anitori, deliberò la definitiva rifusione della Campana Maggiore (o Campanone) di San Francesco, in quanto da tempo era venuto meno il suo suono. Le trattative con il custode della chiesa nonché cappellano ripresero e giunsero ad un accordo in quanto il Podestà comunicò alla ditta Pasqualini di Fermo le somme disponibili:
- quella proveniente dalla sottoscrizione per un monumento ai caduti della guerra 1915/18, somma raccolta da familiari attraverso un comitato, il quale fu d’accordo a stornare i fondi raccolti per detto monumento, a favore della rifusione della Campana Maggiore. Si raggiunse l’accordo a patto che nella campana da rifondersi venissero scritti i nomi dei morti in guerra. La somma ammontò a lire 1600.
- altra somma disponibile fu quella raccolta dal custode della chiesa attraverso le offerte per opere di pietà o di beneficenza devolute dai fedeli. La somma ammontò a lire 800.
- inoltre il contributo del Comune fu quantificato in lire 1150.
- il totale di cui si dispose ammontò a lire 3550.
Inoltre il Podestà convenne che alla realizzazione dell’opera avrebbero dovuto provvedere i parroci locali in quanto promotori dell’iniziativa, mentre il comune avrebbe provveduto, al termine delle operazioni, a concorrere con la somma di lire 1150 come da accordi.
Nel marzo del 1931 si stipulò una Convenzione che viene testualmente riportata:
“12 marzo 1931- anno IX E. F.
Convenzione fra la ditta Comm. Pontificio Cavaliere Giuseppe Pasqualini e figli, fonditori di campane in Fermo- Marche e il Tenente Colonnello Anitori Cavalier Ferruccio, potestà di Loro Piceno, il sacerdote Don Francesco Morbiducci, priore parroco di Santa Maria, il sacerdote Don Carlo Grazioli, preposto parroco di Santa Lucia, anche a nome del comitato cittadino per la fusione della campana dei caduti nel campanile della chiesa di San Francesco in Loro Piceno.
Si stipula per loro eredi e successori in solido quanto segue, dichiarando che per qualunque divergenza viene fissato il foro di Fermo:
1) la ditta Pasqualini rifonderà una campana dello stesso peso circa della stessa campana Maggiore della Chiesa di San Francesco, chili 800 circa, al prezzo di lire 3 e centesimi 25 al kg ( lire 3,25 al kg);
2) la campana dovrà suonare una voce armoniosa, chiara e robusta e di massima diffusione, uguale a quella della campana rotta, che sarà garantita per tre anni dalla sua collocazione se rotture avvenissero per difetto di fusione o per cattiva lega;
3) i committenti forniscono una campana di kg 45 circa di peso per il metallo occorrente per il calo di fusione; e la quantità eccedente verrà, dalla ditta Pasqualini, utilizzata per la fusione di una piccola campana per la chiesa di San Francesco;
4) la fusione dovrà farsi espressamente per detta Campana sola, adoperando lo stesso materiale, e alla presenza di persone incaricate dai committenti;
5) nella campana nuova dovranno porsi i nomi dei Caduti in Guerra loresi, in numero di circa 65 preceduti da una breve iscrizione;
6) i committenti si riservano la facoltà di far analizzare il metallo della vecchia e della nuova campana, e qualsiasi contestazione non potrà elevarsi trascorso un anno dalla data del presente. A questo scopo un pezzo di metallo della campana rotta verrà custodito in una scatola sigillata dalle parti e tenuta in consegna dal custode della Chiesa di San Francesco.
7) il collaudo dovrà essere eseguito dentro un anno dalle installazioni.
L’innalzamento della campana sulla torre e collocazione in opera della campana e prestazioni degli attrezzi necessari sarà fatto dalla ditta Pasqualini gratuitamente, restando a carico dei committenti provvedere la forza manuale occorrente al lavoro, tutte le opere murarie, i legnami per le armature e il vitto e alloggio per una sola persona incaricata dalla ditta a presenziare e dirigere il lavoro;
8) i trasporti tutti saranno a carico della parte committente;
9) il pagamento verrà fatto all’atto della consegna della campana per totale, meno le mille lire (contributo del Municipio) che saranno pagate in due rate uguali di dire 500 ciascuna, la prima nel 1931 corrente, la seconda nel 1932;
10) Le spese, tasse o multe del presente contratto e quelle che fossero per sorgere inerenti allo stesso, saranno a carico di chi ne sarà causa.“ (5)
Dopo circa 3 mesi dalla convenzione la Ditta comunicò il prezzo di lire 1350, in risposta alla richiesta fatta dal Comune, per dotare il “Campanone” di un ceppo meccanico in ferro ghisa con supporti e cuscinetti a sfera da applicarsi sul castello in legno al fine di disporre di un azionamento del “Campanone”, che avrebbe agevolato la manovrabilità. Tale meccanismo non venne mai ordinato poiché nè il comitato costituitosi per la raccolta fondi, né il Comune furono in possesso di tale somma da aggiungere alle 3550 lire disponibili
In quell’anno verrà riparato anche il castello del campanone cioè il sistema di travi ed elementi che sorreggono le campane, lasciandole libere di oscillare sul loro asse di rotazione. La realizzazione di un nuovo castello campanario avrebbe comportato notevoli difficoltà tecniche oltre a costi aggiuntivi.
La campana dei Caduti o “Campanone” verrà inaugurata, presumibilmente, nel 1932, come riporta un articolo di giornale del tempo:
“Campana dei Caduti a Loro Piceno solennemente benedetta dal Cardinale Mori.
Loro Piceno 9 – Salutato dal suono di tutte le campane del paese, è giunto il nostro Campanone dei Caduti. Tutte le case avevano esposto arazzi e bandiere: in Piazza Umberto I era ad attendere una folla enorme che rimase soddisfatta del bel lavoro eseguito dalla Fonderia Pasqualini di Fermo. I nomi dei 68 loresi morti in guerra risaltano sotto una bella epigrafe latina dettata dall’illustre concittadino Monsignor Giovanni Cicconi. Il Crocifisso, la Madonna, San Liberato, lo stemma d’Italia, e quello di Loro completano la decorazione. Nella chiesa di San Francesco si svolse la cerimonia della benedizione solenne. il concittadino Cardinale Moricircondato dal clero locale ed assistito dai parroci celebrò nella chiesa gremita di popolo la suggestiva funzione. Padrini sono stati il nostro Podestà colonnello Ferruccio Anitori e sua madre Contessa Caterina Morichelli d’Altemps. Subito dopo, con breve manovra, la campana fu issata sul campanile. Domenica 6, per la festa del concittadino San Liberato, il bel concerto di campane che è stato sempre orgoglio dei loresi tornò a spandere nel cielo le sue note armoniose.” (5)
Al fine di documentare ulteriormente la rifusione del “Campanone” della chiesa di San Francesco e per conoscere cosa fu scritto in fusione per commemorare i Caduti e quali furono i nomi riportati, risulta fondamentale la testimonianza scritta dal dottor Pietro Santini:
“…(omissis ) …La torre, recapito costante di passero solitario, reca visibilissime sulle quattro pareti le impronte dei finestroni a sesto acuto della torre originaria. Ospita quattro campane che costituiscono un armonicissimo concerto, simpaticamente noto nei paesi circonvicini. Tre furono fuse col metallo di un cannone turco venuto da Ancona, dal Baldini di Rimini, nel sotterraneo del convento nell’anno 1829. La più piccola, rifusa dalla ditta Pasqualini di Fermo nel 1927 per il centenario francescano è dedicata a San Francesco e a San Liberato. Il campanone, del peso di 8 quintali, fu rifuso, dopo 300 anni, nel 1827 a Macerata dal Baldini, e di nuovo nel 1931 a Fermo dal Pasqualini. Benedetto solennemente dall’ eminentissimo Cardinale Mori è dedicato ai concittadini morti in guerra. Reca scolpiti il Crocifisso, la Madonna, San Liberato, lo stemma d’Italia e quello di Loro, oltre i nomi dei caduti con l’epigrafe dettata da Monsignor Cecconi:
NOMINI AETERNUM VICTURO
MUNICIPUM
QUIBUS DOLCE ET DECORUM FUIT
PRO ITALIA MORI
IN ACERRIMO BELLO FELICITER DIMICATO
MCMXV – MCM XVIII
PUBLICA ET COLLATITIA PECUNIA ITERUM FUSUM
A. D. MCMXXXI – LICTORII IX
Tradotta in italiano: A determinare la memoria dei concittadini, cui fu gioia e vanto morire per l’Italia, nella sua guerra combattuta vittoriosamente dal 1915 al 1918. Venne rifuso col denaro del pubblico erario e con offerte di privati. 1931- Anno IX° E. F.
I nomi dei caduti incisi sono i seguenti:
Antinori Attilio | Corona Federico | Moroni Guido |
Bompadre Basilio | Felicetti Enrico | Pettinari Luigi |
Bonafoni Dogali | Felicetti Sante | Pisani Nazareno |
Bonfranceschi Enrico | Fiorini Giulio | Polverigiani Luigi |
Bonfranceschi Fulvio | Flamini Gaetano | Polverigiani Marino |
Bongetti Ilio | Gasparrini Sante | Romanella Pietro |
Bordoni Agostino | Giansanti Giuseppe | Rossetti Abramo |
Bordoni Domenico | Giri Gino | Rossi Pietro |
Bordoni Manlio | Gobbi Primo | Rozzi Giovanni |
Broglia Pio | Iacozzi Giuseppe | Ruggeri Ubaldo |
Buccolini Sisto | Incicco Antonio | Santinelli Francesco |
Caporaletti Giuseppe | Lattanti Pietro | Sbarbati Lorenzo |
Cappelletti Giuseppe | Linfozzi Nazareno | Sbarbati Silvestro |
Carducci Giovanni | Lucchetti Angelo | Simoni Giuseppe |
Carradori Angelo | Marinsalta Sante | Simoni Pietro |
Ciarlantini Federico | Marzialetti Francesco | Taccari Giuseppe |
Ciccioli Davide | Mastrocola Pietro | Tamburrini Pietro |
Ciccioli Pasquale | Michelangeli Giulio | Tamburrini Roberto |
Cicconi Domenico | Mochi Antonio | Verdicchio Agostino |
Cingolani Giovanni | Mochi Enrico | Verdicchio Nazareno |
Contigiani Domenico | Monteverde Benedetto | Vita Marino |
Contigiani Giovanni | Montironi Enrico | Vita Nazareno |
Compagnucci Alfredo | Montironi Davide |
(n.d.r. i nomi dei caduti loresi della 1° Guerra Mondiale sono stati riportati divisi in tre colonne come risultano fusi e divisi in 3 colonne nel Campanone di San Francesco) (6)
La storia che le campane tramandano rimane fusa nel loro mantello: essa rappresenta un patrimonio da salvaguardare, sperando non accada più quanto scrive G. Cicconi:“ Per questo il suo stemma (n.d.r. di Loro Piceno) è un castello con due torri ed un albero di lauro dietro i merli, con bacche d’oro; era scolpito in una campana del paese del 1447, oggi malauguratamente distrutta” (7)
Inoltre dobbiamo ricordare che il suono delle campane, nei secoli passati, rappresentava la voce del popolo in quanto aveva un proprio linguaggio e segnava il tempo della comunità. Anche per questo si elevavano campanili svettanti e alcune chiese erano costruite in posizione dominante come quella di San Francesco. Nel tempo il suono delle campane è stato sostituito da altra tecnologia anche a causa “del disturbo” causato dall’inquinamento acustico.
Ancora nel 1893 le campane di San Francesco vengono suonate durante le perturbazioni atmosferiche in funzione apotropaica così come nel medioevo si usava fugare gli spiriti maligni dell’aria attraverso le vibrazioni di bronzi benedetti.(8)
Non possiamo dimenticare che suonare le campane è un’arte e dove le campane non sono suonate più a mano, il ricordo è legato alla capacità del “campanaro”. Tornando indietro negli anni, quando queste non erano state elettrificate, anche a Loro Piceno il loro suono era legato alla presenza di persone cosiddette “orecchianti”, cioè che ad orecchio riuscivano a “tenere il tempo” e segnare con il suono delle campane le varie ricorrenze religiose.
A Loro Piceno c’era molta gente “orecchiante”. Tra esse ricordiamo Argeo,Bolognini, Ninì de Frollà, Moroni, Pallì, Geo Santini, Nino Santini, Gigione, Daniele de Frollà, Fulvio Bongetti (sacrestano), Lesca, Enos Tedeschi, il maestro Gabriele Piatti e molti altri.
Le quattro campane venivano suonate o “a sbatoccà” o a “stesa”.
Per suonare a “sbatoccà” si saliva sul campanile, direttamente all’altezza delle campane, senza alcuna protezione alle orecchie e si avviava a mano il batacchio (detto anche battaglio o batocchio cioè il percussore che si trova dentro a una campana, e che, percosso produce vibrazioni e di conseguenza fa suonare la campana) attraverso una maniglia di cuoio inserita nella parte terminale dello stesso e si iniziava a farlo muovere fino a raggiungere un’oscillazione costante secondo le note desiderate e il tempo da rispettare . Ciò avveniva a mano per le tre campane più piccole.Per avviare il Campanone allo “sbatoccà” si prendeva la corda che era legata alla “cicogna”per farla iniziare a prendere il tempo, poi si proseguiva a mano. Lo “sbatoccà” a S. Francesco avveniva per le feste di precetto con tutte le campane.
Il suono a “stesa” cioè a distesa avveniva attraverso l’uso di due corde per ogni campana, facendole ruotando sul proprio asse orizzontale, dove il batacchio interno per gravità batteva contro la parete interna provocando il suono. La distesa veniva suonata per annunciare messe, funzioni varie. A seconda dell’importanza dell’evento venivano utilizzate note diverse, più gravi per eventi solenni, meno gravi per eventi meno solenni.
Anche le campane a “morto” (durante il funerale o per annunciare un trapasso) venivano suonate a distesa intervallando le note opportunamente per dare il “senso” funebre. Non va dimenticato che un tempo non veniva affisso nessun annuncio di morte. Il suono delle campane “a morto” stava ad indicare il desiderio della famiglia di avere presenti alla funzione i parenti, conoscenti e amici. In alcune zone erano le campane a comunicare alla gente se la morte era di un uomo o di una donna. Era il numero dei rintocchi che precedevano il suono che ne determinava il sesso o in alcuni casi il personaggio; due rintocchi era il segnale della morte per una donna, tre rintocchi per un uomo, quattro per un Diacono o un Sacerdote, sei per il Vescovo della Diocesi, nove per il Papa.
Per alcune ricorrenze, nel suono a distesa, venivano fatte suonare tutte e quattro le campane presenti.
Oltre che per le usuali occasioni di mattina, la campana cosiddetta “delle scuole” suonava alle ore 8.00, per segnare l’inizio delle lezioni. In quegli anni, dal 1930 fino ai primi anni ’60, la scuola era ubicata nella “via di sotto” (attuale Via Pacifico Bonfranceschi, civico 1). Dopo questi anni fu installata la suoneria elettrica. (9)
Ad integrazione si riporta la trascrizione dei documenti in possesso dell’archivio Storico del Comune di Loro Piceno:
Dal libro delle delibere Archivio Storico del Comune di Loro Piceno anno 1930 atto N° 90:
Oggetto: Rifusione della Campana Maggiore della Chiesa di San Francesco
L’anno 1930, anno VIII,addì 16 del mese di settembre,alle ore 10:00 nella residenza municipale il signor podestà Tenente Colonnello Anitori Cavalier Ferruccio per le funzioni a lui conferite dall’articolo 5 della legge 4 febbraio 1926 numero 237, assistito dal Signore Commendator Ragioniere Beniamino Belloni segretario comunale ha preso la seguente deliberazione:
si espone che la campana Maggiore della Chiesa di San Francesco, aperta questa al culto a spese del Comune, deve essere riparata da che essa è rotta e non può servire all’uso.Serve per il suono della scuola, del Mezzogiorno e dell’Ave Maria. Dopo opportune trattative col Cappellano custode della chiesa è stata ordinata alla premiata Fonderia di campane Pasqualini di Fermo di redigere un preventivo della spesa occorrente che sarebbe stata ridotta a lire 3.350 per il lavoro di rifusione bronzo da aggiungersi, rimozione, collocamento della campana nella cella campanaria e per prestazione dell’attrezzatura occorrente, oltre a lire 200 circa per spese trasporti. In quanto alla spesa suddetta sarebbe stato stabilito il seguente riparto:
Somma disponibile proveniente dalla sottoscrizione per un monumento ai caduti a patto che nella campana da rifondersi vengano scritti i nomi dei morti in guerra, lire 1600. Dal custode della chiesa per oblazioni dei fedeli lire 800. Contributo del comune lire 1150. In totale lire 3550 in cifra tonda compresa in essa le spese di trasporto. E poiché i parroci locali hanno preso l’iniziativa dell’opera si è convenuto che essi provvedano a tutto quanto occorre, ed il comune al lavoro compiuto concorre con la somma di lire 1150 da pagarsi metà nel 1931 e metà nel 1932 così stabilito.
Il Podestà quindi ritenuta la necessità di provvedere alla riparazione della Campana perché essa è posta nella chiesa che ora è di proprietà comunale, essendo il comune l’ente che provvede all’ufficiatura della chiesa di San Francesco, ritenuto che la detta Campana serve per il suono della scuola e per altre solennità civili,Mezzogiorno, Ave Maria eccetera,
Delibera
di concorrere nella spesa occorrente di lire 3.550 con la somma di lire 1150 da stanziarsi nel bilancio degli esercizi 1931 e 1932.
Letto approvato e sottoscritto il Podestà Anitori Ferruccio e il Segretario Belloni (5)
Premiata Fonderia campane dell’Italia centrale
Cavalier Giuseppe Pasqualini e figli
Casa propria fondata nel 1715
Costruzioni castelli e inceppamenti in ferro ghisa e legno
Fermo Marche
Esportazione mondiale e sopralluoghi
Fermo 17 giugno 1931- anno IX
Illustrissimo signor Podestà del comune di Loro Piceno
come verbalmente intesi, le facciamo tenere la fattura importo di lavoro e rifusione del campanone come alla nostra convenzione in data 12 marzo 1931. Per l’inceppamento meccanico in ferro ghisa con supporti e cuscinetti a sfera da applicarsi sul castello in legno,confermiamo il prezzo di lire 1350, prezzo limitato nel desiderio di dare alla nuova nostra riuscitissima campana un azionamento regolare e di facile manovra. Attendiamo sollecita decisione di contesto Spettabile Comitato dovendo passare l’ordine di fondere il ceppo espressamente nelle misure obbligate dal castello esistente.
Con distinti ossequi ci raffermiamo.
Commendatore G. Pasqualini e figli (5)
Rifusione campanone inceppamento
27 luglio 1931, anno 9
Commendator cavaliere Giuseppe Pasqualini Fermo
In riferimento al foglio 17 corrente, sull’oggetto a margine segnato, mentre prendo atto della riuscitissima fusione della Campana, qui invio insieme a tutti i componenti questo comitato i miei più vivi ringraziamenti, sono spiacevole doverle dire che questo comitato non ha più soldi disponibile per l’inceppamento meccanico in ferro e ghisa con supporto e cuscinetti a sfere da applicarsi sul castello in legno, né il comune può priormente contribuire per le sue ristrettissime condizioni finanziarie.
Allo stato delle cose pertanto prego la signoria Vostra Illustrissima voleva applicare sulla campana l’inceppamenti di legno e sapermi dire quando questo comitato potrà provvedere per il ritiro del campanone.
Con i più distinti ossequi mi creda.
Il Podestà Anitori (5)
30 settembre 1931
Fonderia Pasqualini Fermo
Urge sua presenza piccola riparazione castello campanone.
Podestà Anitori
A seguire
Fonderia Pasqualini Fermo
Non occorre più sua presenza. Provveduto riparazione castello campanone
Podestà Anitori (5)
Cav. Giuseppe Pasqualini e figli
Fonderia campane dell’Italia Centrale
Casa propria fondata nel 1715
Fermo (Marche)
Illustrissimo signor Colonnello Antinori (n.d.r. Anitori)
Podestà di Loro Piceno- prov. di Macerata
Fermo 1 Ottobre 1931- Anno IX E.F.
Colonnello Antinori (Anitori n.d.r.) Podestà di Loro Piceno
(n.d.r. Rispondo) al telegramma di ieri per accertarla che il richiesto sopralluogo costì non potrà avvenire prima di domenica mattina giorno 4 corrente, perché occupati tutti tra campane e vendemmia. Sabato sera da Macerata confermerò telegrafando dando il mio recapito qualora la Signoria Vostra gentilmente volesse mandarmi un’automobile.
Con distinti ossequi mi raffermo.
Devotissimo G. Pasqualini (5)
Note:
(1) Giovanni Cicconi (Loro Piceno 1864 – Fermo 1949) Sacerdote.
Diresse per un lungo periodo, la Biblioteca comunale di Fermo.
Socio dell’Associazione italiana biblioteche dalla sua costituzione (1930).
Fu ispettore bibliografico onorario per le biblioteche popolari, membro della Commissione conservatrice dei monumenti per la provincia di Ascoli Piceno e ispettore onorario alle antichità e belle arti per Fermo.
Studioso di storia locale, archeologia e storia dell’arte, pubblicò numerosi lavori su chiese e monumenti di Fermo e di altre località delle Marche, scritti commemorativi o biografici su personaggi della vita religiosa marchigiana e, per la Deputazione di storia patria per le Marche, di cui era membro.
Scrisse “Notizie storiche di Loro Piceno”
Loro Piceno e Fermo gli hanno intitolato una via. ⇑
(2) Don Francesco Franceschini, parroco di Santa Lucia di Loro Piceno (1596 – 1660). Appartenente ad una distinta famiglia locale, molto erudito, lasciò un voluminoso manoscritto dove si rintracciano notizie di storia locale. ⇑
(3) G. Cicconi – Notizie storiche di Loro Piceno – Giuffrè Editore Milano, 1958, pag 28. ⇑
(4) Consolati, Mucci, Nalli- Loro Piceno, Giuffrè Editore Milano, 1998, pag 187. ⇑
(5) Archivio Storico Comune di Loro Piceno
(6) P. Santini, Loro Piceno, Unione Tipografica Operaia, Macerata 1932, pag 18. ⇑
(7) G. Cicconi – Notizie storiche di Loro Piceno – Giuffrè Editore Milano, 1958. ⇑
(8) Verbali della Giunta 28/4/1880-30/6/1893, pp. 79, 81. ⇑
(9) Note tratte dalla testimonianza orale di Gabriele Piatti ⇑