Attraverso la storia di Giovanni Cingolani conosciamo la breve vita di un caduto eroicamente nella Grande Guerra, la sua passione musicale, la sua ammirata meraviglia per la perfezione dell’aviazione e l’esistenza a Loro Piceno di particolari concertini e di un bel luogo di ritrovo.
Giovanni Cingolani nacque a Loro Piceno nel 1893 e morì a Devetachi, sul fronte del Carso, nel 1916.
Era figlio di Omero (1864 – 1919) e di Maria Paoloni (1866 -1946) e aveva due sorelle Annunziata (1896 -1981) e Anna (1900 -1982).
Il padre era proprietario di una elegante caffetteria situata in via Vittorio Emanuele n.35 con stucchi e affreschi ai soffitti, pitture alle pareti e suppellettili di pregio, in gran parte andate perdute a causa di un graduale abbandono. Nel 2016 le violente scosse di terremoto hanno ulteriormente danneggiato i dipinti presenti attribuibili a Archimede Vitali del quale resta una ceramica firmata e datata 1899.
Giovanni, insegnante elementare di ruolo a Pioraco, fu anche valente musicista e predilesse come strumento il mandolino. La passione musicale lo portò ad essere cliente del negozio di articoli musicali “Donati” di Macerata dove acquistò spartiti musicali per l’esecuzione di concertini serali all’aperto in omaggio a personaggi importanti. Tali concertini erano denominati anche “ottobrate” e venivano eseguiti con il mandolino e la fisarmonica. Alcuni mandolini sono tuttora conservati dagli eredi. Giovanni ebbe una certa confidenza anche con il costruttore di strumenti musicali Augusto Borgani, originario di Loro Piceno, successivamente trasferitosi a Macerata.
Giovanni prese il nome dal nonno Giovanni Cingolani che nel dicembre del 1914 intraprese ufficialmente a distillare vino per la fabbricazione di spiriti in via Vittorio Emanuele II° n.°17. (Documento autorizzativo originale dell’ufficio tecnico di Finanza).
Il giovane si arruolò come sottotenente nel 30°Regg.to Fanteria e partì per il fronte il 30 dicembre 1915 da Spinea (VE). Dalla zona di guerra inviò alla famiglia numerose lettere molte delle quali purtroppo sono andate smarrite. Le poche rimaste sono significative riguardo alle tremende tribolazioni cui si era sottoposti in trincea.
Morì a Devetachi il 10 settembre 1916 presso il luogo di medicazione reggimentale a causa delle ferite riportate in combattimento e fu sepolto nel camposanto della Brigata Pisa. Gli fu concesso l’Encomio Solenne dal Ministero della Guerra, con decreto 1febbraio 1917, registrato alla Corte dei Conti il 16 marzo 1917, (Registro 38 di Guerra, Foglio 37).
Nella copia dell’Encomio Solenne datato Roma 10 settembre 1917, giunto al comune di Loro Piceno, si legge:
“Sempre in testa al suo reparto, calmo e disciplinato al fuoco, infondeva coraggio e fiducia nei suoi soldati e concorreva alla riconquista di una importante posizione momentaneamente perduta.
San Martino del Carso 29 giugno 1916”.
Nella copia della partecipazione di morte datata 11 ottobre 1916 viene riportato:
“… Lui non è più, ma il suo nome rimarrà inciso nella storia del Reggimento e la sua memoria rimarrà scolpita nell’animo di quanti ebbero campo di conoscerlo e apprezzarlo. Le zolle intinte di sangue che coprono la sua salma non varranno a cancellare il suo ricordo e la sua nobile figura si ergerà al di sopra a segnare a tutti la via da seguire e a spronare e vendicare tante giovani vite uccise. Con la sua fine la schiera dei valorosi caduti è aumentata di uno e la storia del Reggimento segna un nuovo nome nel Libro D’Oro…”
Il 12 ottobre 1916 si svolsero a Loro Piceno nella Chiesa di Santa Maria solenni onoranze funebri per il trigesimo della morte alla presenza di autorità civili e religiose con musica della cappella diretta dal maestro Pietro Bianchedi. In piazza Umberto I°, oggi Piazza Giacomo Matteotti, fu tenuto dal maestro Attilio Morbiducci il discorso commemorativo, mentre la banda musicale fu diretta dal maestro Costantino Conti.
Nel memoriale di Gino Giri pubblicato nel 1918, viene ricordato tra quello di altri due amici loresi caduti “il nome buono e gentile del maestro Giovanni Cingolani”.
Negli anni ’60 la nipote Maria Dolores Taccari (1928-2005), figlia di Anna Cingolani, individuò il luogo della sepoltura al confine tra Italia e Slovenia nel cimitero di guerra di Devetachi (oggi nel comune di Doberdò sul Lago, GO) ma per ragioni burocratiche non riuscì a riportare le sue ceneri a Loro Piceno.
Nel 1929 due militari loresi di leva, Ampelio Moroni(1904-1953) e Arturo Cecchi(1903-1945), visitarono la tomba del sottotenente Giovanni Cingolani ed eseguirono diverse interessanti fotografie oggi in possesso degli eredi Cingolani.
Di seguito viene riportato uno degli ultimi scritti di Giovanni Cingolani alla madre, datato16 marzo 1916:
“ Carissima mamma,
riceverai queste piccole viole che oggi stesso ho colto durante una breve passeggiata. Conservalo come ricordo. Mi sono recato al vicino campo di aviazione che dista dall’Ospedale appena duecento metri e mi sono divertito assai. Aeroplani d’ogni forma e dimensione- aeroplani che si innalzavano e che scendevano- aeroplani che volteggiavano a mille- duemila tremila metri… Che meraviglioso spettacolo! Mentre scrivo i velivoli d’Italia sono ancora in alto in alto …Potessi anch’io mettere le ali !… tu che ne dici? Non saresti contenta è vero? Preferisci forse la trincea all’aeroplano? Io no certamente.
Questi pochi mesi di trincea mi hanno insegnato che ben altra cosa è trovarsi a quattro o cinque metri dal nemico sotto la pioggia e in mezzo a torrenti di fango e ben altra cosa è trovarsi su di un aeroplano a tremila metri di altezza comodamente seduti e avvolti in ampi cappotti impermeabili col solo incarico di guardare e …riferire.
Ho visto alla fronte centinaia di aeroplani nostri e nemici – ma cadere non ne ho visto nessuno. L’aviazione ha raggiunto ora un massimo di perfezione. Bisogna vedere per credere e vedere per restare addirittura meravigliati- incantati quanta sicurezza nel volo oggi.
E ora smetto. Mi accorgo di aver discorso troppo a lungo intorno ad un argomento che non può interessarti: spero però non averti annoiato. Riguardo alla mia salute ti dirò che seguito a migliorare. Dopo sei giorni di camera oggi come ti ho scritto sono uscito per la prima volta. Domani se il tempo non cambierà nuova visita al campo di aviazione.
Ricevo ora lettera di babbo del 14 insieme ad altra di zia Marietta con la medesima data. Grazie.
Saluti a tutti. Baci a te
Giovanni “
Mario Mastrocola